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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

I mostri di oggi

lunedì 28 gennaio 2013

Buongiorno, questo racconto parla purtroppo di una situazione che molti hanno vissuto o stanno vivendo oggi. Una situazione che da giovane imprenditrice posso capire fin troppo bene.

I mostri di oggi
(racconto n. 150)

I veri mostri di oggi non sono vampiri o licantropi. Non ci sono fate crudeli o mostri sotto il letto. I mostri di oggi sono ben altri.
Christian lo sapeva e li temeva. Quei mostri non facevano che ossessionarlo da mesi ormai. Vengono chiamati in molti modo ma lui li conosceva bene. Si chiamavano debiti.
Lui, giovane imprenditore, aveva investito tutti i soldi che era riuscito a risparmiare e quelli dei suoi genitori per aprire un piccolo negozio di elettronica.
All'inizio gli affari erano andati bene, ma pian piano le cose erano precipitate.
Non riceveva alcun aiuto dallo stato che invece non faceva che prosciugare anche quei pochi soldi che riusciva a mettere da parte a fine mese.
Le tasse e le multe non fecero che accumularsi e con esse la consapevolezza e l'angoscia di non poter andare avanti ancora per molto.
Coi mesi era stato costretto anche a lasciare il suo appartamento e a tornare a casa dei suoi genitori. Il giorno del trasloco si era sentito un vero fallito.
I mesi passarono inesorabili e più lui cercava di saldare i propri debiti, più ne veniva soffocato. Se cercava di pagare le impose gli riusciva quasi impossibile pagare i fornitori che ovviamente dopo un po' non accettarono più di fargli credito.
Con il tempo l'angoscia si trasformò in disperazione. Si sentiva un verme, schiacciato da quello che ormai era diventato un peso opprimente.
Non sapeva come dire ai suoi che presto sarebbe andato in fallimento. Non poteva farlo. Sarebbe stato troppo umiliante e troppo doloroso.
Ormai era allo stremo. Per questo non gli restava da fare che una cosa, un ultimo disperato atto di codardia.
Stringendo forte una penna, passò ore davanti a un foglio bianco. Gli ci volle un po', ma alla fine riuscì a liberare i propri pensieri, a spiegare il perché di quel suo stupido, folle gesto. Quando alla fine riuscì a chiedere perdono ai suoi cari posò la penna e si diresse verso il letto. Quella pistola gli era costata i suoi ultimi risparmi.
Quella pistola gli sarebbe costata tutta la sua vita. 

Pubblicato da Unknown alle 12:30  

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