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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Apatica Morte

martedì 22 gennaio 2013

Buonsalve! Un altro racconto che non ha un’origine o una fonte d’ispirazione ben precisa. Spero comunque sia di vostro gradimento. ^,.,^

Apatica Morte
(racconto n.144)

Erano due giorni che Tia si sentiva stranamente apatica. Vagava per la sua casa come se niente avesse più importanza per lei.
Non sapeva il motivo di quell’insopportabile stato d’animo, non riusciva a spiegarselo. C'era come un vuoto nella sua mente che non riusciva a colmare. L'unica cosa di cui era sicura era che nessuno nella sua famiglia sembrava volerla ascoltare e questo non faceva che aumentare la sua angoscia e quel senso di solitudine che l'attanagliava. Quella mattina inoltre si svegliò con una sensazione di disagio ancora più brutta.
Aveva l’impressione che  tutto il suo corpo fosse attraversato da una leggera scarica elettrica e da un fastidioso formicolio come se decine di insetti le stessero camminando addosso.
Spaventata, corse da sua madre per dirle cosa le stava accadendo, ma quella si limitò a continuare a preparare la colazione per lei e i suoi fratelli con lo sguardo perso nel vuoto.
Vederla ai fornelli le fece corrugare la fronte. Perché on riusciva a ricordare quando aveva mangiato l’ultima volta?
In quel momento Tia cominciò ad avere paura. C'era qualcosa di molto sbagliato in lei e in ciò che la circondava.
Fu allora che suo padre entrò in cucina e costrinse sua madre a smettere di cucinare.
- Dobbiamo andare. - disse mentre la donna scoppiava in lacrime tra le sue braccia.
Tia li seguì fino alla chiesa vicino casa dove lei era solita andare a catechismo da piccola. Si bloccò quando si rese conto del funerale che stava per avere luogo.
Il lampo di un ricordo le attraversò la mente e Tia rivide se stessa attraversare la strada di ritorno a  casa dalla scuola.
Incapace di tollerare ancora quell’immagine del passato, si scosse ed entrò nella chiesa. La sua paura si era trasformata in vero e proprio terrore. Si avvicinò alla bara e guardò il corpo dentro di essa.
Il ricordo represso allora la travolse in tutta la sua violenza, il ricordo di quell'auto che le era venuta addosso mentre si girava a salutare le sue amiche.
Tia urlò, disperata e finalmente consapevole, terrorizzata nel guardare il suo corpo, pallido e inerte, esposto nella bara il giorno del suo funerale.

Pubblicato da Unknown alle 16:25  

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