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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Affamato

venerdì 4 gennaio 2013

Buooonsalve amici! Allora il racconto di oggi segue un po’ il filone di quelli che ho scritto negli ultimi giorni. Si insomma c’è la mia solita dosa di “cattiveria” quotidiana.

Affamato
(racconto n.126)

Brad non aveva mai amato la nuova zona in cui i suoi lo avevano costretto a vivere. Dopo il licenziamento di suo padre, erano andati ad abitare in un quartiere malfamato dove una persona era già fortunata che non la pugnalassero alle spalle mentre usciva per buttare la spazzatura.  Forse fu proprio per quello che la sua natura si risvegliò in maniera tanto brusca. Da educato e diligente studente delle superiori si era trasformato in… altro. Qualcosa  di violento e pericoloso. In effetti però il suo cambiamento era iniziato già molto tempo prima del trasloco. All’inizio provava solo una sensazione di disagio, un fastidio che lo faceva sentire fuori posto in ogni situazione. Col trasferimento però quel disagio era mutato, diventando una fame più forte di qualsiasi altro istinto. Per mesi aveva cercato di reprimere la sua  fame. Poi aveva conosciuto Katie. Era così bella, con la pelle candida e il corpo morbido e delicato. Un angelo nell’inferno che era quello schifo di quartiere.  Appena la vide capì che sarebbe stata lei a placare la sua fame. Per questo la invitò a uscire. Fu una serata piacevole, un normale appuntamento di una tranquilla coppia di studenti. Ma quando la sera finì, quando si trovarono tutti e due in un vicolo, poco distante dalla casa di lei, le cose cambiarono. Per nulla intimidita, Katie si avvicinò e lo baciò sulle labbra. Fu così intenso e la sua bocca aveva un sapore così dolce che la fame prese il sopravvento. In un attimo Brad serrò i denti sulla lingua di lei, mozzandola con uno strattone violento del capo.
In un attimo la bocca della ragazza venne inondata di sangue.
Lui allora si gettò su di lei, azzannandole una guancia morbida che masticò e ingoiò con gusto. Con un ghigno a deformargli il viso, affondò i denti nella carne, strappando e masticando, spolpando ogni osso con estrema accuratezza.
Quando ebbe finito si ripulì il viso con un fazzoletto e gli diede fuoco assieme ai pochi resti rimasti della ragazza. Nessuno si accorse di nulla. In quel quartiere infondo tutti erano abituati a farsi gli affari propri. Brad sorrise e se ne tornò a casa soddisfatto. La sua fame era stata saziata.
Per il momento.


Pubblicato da Unknown alle 15:36  

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