Buoooonsalve!
Il racconto di oggi è nato, come spesso accade, dal
caso. Ieri sera mi sono quasi scontrata con un tipo che stava raccogliendo un
pezzo di carta finito per terra e… beh ovviamente non c’è stato alcun approccio da parte sua, ma ho voluto comunque
trarne ispirazione per questa storia. Buona lettura. ^,.,^
Storia di due opposti
(racconto n. 93)
Diana era
una sognatrice. Amava inseguire i suoi desideri e fare di tutto per poterli
realizzare. A causa di questa sua continua ricerca della felicità però finiva col rinunciare alla
felicità stessa. Per lei, infatti, far
avverare i suoi sogni valeva più di tutto e ciò la portava a fare lavori stancanti e infruttuosi e a
rinunciare a qualsiasi tipo di affetto o legame.
Nicola
era un uomo pragmatico e con i piedi per terra. Gli affari e i soldi per lui
venivano prima di qualsiasi altra cosa. Sebbene fosse molto attraente, non
amava impegnarsi in relazioni a lungo termine. Per lui i sentimenti erano una
distrazione dal lavoro e quindi un ostacolo alla sua carriera. Lasciarsi andare
ad essi voleva dire essere deboli.
Diana
tornava sempre tardi dal lavoro. Stava facendo l'impossibile per mettere da
parte i soldi per aprire una sua piccola attività
come pasticciera, ma il suo sogno sembrava sempre più lontano e difficile da realizzare. Quella sera, mentre
rientrava a notte fonde dopo l'ennesimo turno massacrante in magazzino, le
sembrava che tutto attorno a lei stesse cadendo a pezzi. Era stanca di dover
continuare a lottare, stanca di sentirsi sempre così triste e demoralizzata.
Nicola
era furioso. Quella notte era rimasto fino a tardi in ufficio per cercare di
risolvere i problemi della sua azienda. La crisi aveva finito col colpire anche
loro, ma lui di certo non si sarebbe arreso senza combattere. Avrebbe trovato
una soluzione e salvato la società dal fallimento. Camminando
per strada non faceva che osservare una copia dei dati di bilancio senza
riuscire a capire come fare a risollevarsi da quella situazione.
Nonostante
la stanchezza e il morale a terra, Diana camminava con passo deciso mentre
ascoltava dal suo i.pod quelle musiche che l'avevano sempre aiutata a non
perdere la voglia di sognare. All'improvviso vide un uomo stracciare con rabbia
un pezzo di carta e gettarlo in un cestino all'angolo di una stradina. Con la
testa fra le nuvole non si accorse che l'uomo, dopo essersi allontanato dal
cestino, era tornato indietro per raccogliere un pezzo del foglio finito a
terra. Quando stette per girare nella stradina, gli andò praticamente addosso. Si chiesero scusa in contemporanea
poi lui s’incamminò nella direzione opposta alla sua.
Nicola
era rimasto affascinato dalla bellissima ragazza dai lunghi capelli corvini che
l'aveva urtato. Non sapeva perché, ma il suo sguardo intenso e
il suo sorriso timido l'avevano colpito. Per la prima volta in vita sua provò il desiderio di fare qualcosa di incredibilmente
avventato.
-
Scusami. - la chiamò prima che si allontanasse. – Salve io... Mi chiamo Nicola.
Diana
guardò stranita l'uomo che l'aveva
urtata e che si era poi avvicinando presentandosi e porgendole la mano. All’inizio si chiese cosa potesse volere da lei quel tipo, ma
qualcosa dentro di lei le diceva di potersi fidare. Il suo volto si distese in
un sorriso. - Diana. - rispose stringendogli la mano.
I due si
guardarono immersi in un silenzio privo di imbarazzo. Non sapevano spiegare
perché, ma avevano l'impressione che
quel piccolo gesto di apertura avrebbe cambiato molte cose. Non avevano certo
idea che, cinque anni dopo, avrebbero sorriso ricordando quel momento al loro
ricevimento di nozze.
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