Buonsalve
amici! Scusate per il ritardo con cui posto questo racconto, ma sono rientrata
da poco da Milano. La storia di oggi è ovviamente ispirata a una celebre poesia
di Edgar Allan Poe. Spero vi piaccia ^,.,^
Erano passati
molti anni da quando un corvo disse per la prima volta “mai più”, ma da allora
niente era cambiato per quelle creature. Agli occhi del mondo essi continuano
ad essere portatori di morte e sventura,
di angoscia e malanimo. Rack però non voleva essere così. Lui non era un corvo
che accettava passivamente una simile fama. Fin da quando aveva imparato a
volare si era opposto con tutte le sue forze a chi voleva fare di lui solo un
simbolo della morte.
Per prima
cosa si era sempre rifiutato di sfamarsi con un qualsiasi tipo di carne. Preferiva
patire la fame e accontentarsi dei pochi semi che trovava in giro piuttosto che
farsi vedere a nutrirsi in quel modo che lui trovava troppo barbaro per dei
volatili fieri e saggi come i corvi.
A volte
cercava di farsi vedere durante liete occasioni come matrimoni o feste di
paese, ma ogni volta tutti i presenti sembravano adombrarsi alla sua presenza e
finivano con lo scacciarlo in malo modo.
Un giorno
decise di chiedere consiglio al corvo anziano del suo stormo.
Si diceva
infatti che il Vecchio Corvo avesse superato addirittura i settant’anni e che
fosse uno degli esseri più saggi di tutto il cielo.
Si presentò
da lui con il capo chino e tutta l’umiltà di cui era capace.
- Mi scusi,
Vecchio Corvo. – disse. – Ho un dubbio che mi tormenta ormai da tempo e volevo
chiederle un consiglio a riguardo.
Il Vecchio
Corvo lo accolse nel suo nido e gli chiese cosa lo turbasse tanto, ma quando
Rack gli raccontò dei suoi pensieri questi lo buttò giù dall’albero. Dopo un
primo momento di smarrimento il giovane corvo spiccò il volo e ritornò sul ramo
del vecchio. Questi però lo buttò giù ancora e ancora.
Quando Rack
risalì sul ramo per la quarta volta, gracchiò con forza e fissò il vecchio
arrabbiato. – SI può sapere perché continui a buttarmi giù?
- Non sono
io. – disse il vecchio. – Sei tu che ti lasci buttar giù da quello che il mondo
pensa di te.
- Ma io…
Il vecchio
lo zittì con un verso acuto. - Ricorda sempre, giovane corvo: gli umani
potranno anche dire che siamo portatori di sventura, ma loro non saranno mai in
grado di volare in altro quanto noi. Il loro mondo sarà sempre e solo quello
che i loro piedi e le loro mani possono toccare.
Rack rimase
con il becco aperto rendendosi conto di quanto fosse sciocco il suo disappunto.
Gli umani potevano scacciarlo e dire di
lui ciò che volevano, ma questo non lo avrebbe resto diverso da ciò che era: un
fiero corvo, capace di raggiungere gli angoli più estremi del cielo.
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