Buonsalve! Questo racconto mi é venuto in mente leggendo il titolo di
un romanzo ovvero "l'arazzo delle anime perdute". Spero vi piaccia
^,.,^
L'arazzo
(racconto n.109)
Nadine osservava l'arazzo appeso alla parete con curioso interesse.
Era molto antico, con colori cangianti che sembravano animati da un fuoco
liquido. Sulla targhetta del museo c'era scritta la strana leggenda legata ad
esso: si dice infatti che fosse stato intessuto da un vecchio stregone dagli
occhi ambrati che lo usava per rinchiudere le anime delle sue prede in modo a
potersi nutrire ciclicamente di esse e mantenersi così eternamente giovane. Un
giorno però lo stregone venne esiliato dal proprio regno dal popolo ormai
stanco della sua perfidia e l'arazzo passò di mano in mano, privo del suo
potere in attesa che del ritorno del suo padrone che lo avrebbe nuovamente
animato con anime fresche. Nadine era
affascinata dalla storia di quell'oggetto così antico, imprigionato in un museo
come una bestia selvaggia in attesa di una preda ignara.
Lo stava fissando incantata quando un uomo si mise a
osservarlo accanto a lei. - É
meraviglioso vero?
Lei lo guardò.
Era un bel tipo sulla quarantina con un fisico asciutto e uno sguardo acuto e
penetrante. Molto, molto affascinante. - É
davvero bellissimo. Sembra quasi animato.
L'uomo accennò
un sorriso. - Beh, se crede alla sua storia é probabile che qualche anima sia ancora
imprigionata al suo interno.
Lei scoppiò
a ridere a quelle parole, ma si accorse che lui aveva fatto sparire anche quel
flebile sorriso che aveva in volto. La guardò con i suoi occhi penetranti che per un
attimo brillarono di un colore ambrato. Nadine si sentì come paralizzata. All'improvviso
ebbe un capogiro. La mente si annebbiò
e vide il pavimento venirle incontro. Poi ci fu il buio, un buio che sembrò infinito.
Quando rinvenne vide una marea di persone ammassate di fronte
a lei, intente a fissare qualcosa sul pavimento. All'improvviso dei medici fecero
allontanare la gente. Fu allora che vide il suo corpo riverso a terra e il
ghignò
sul volto dell'uomo che l'aveva avvicinata.
Fu allora che capì. Urlò, provò a gridare con tutto il fiato che
aveva in gola, ma dall'arazzo maledetto nessuno avrebbe mai più potuto udire la
voce della sua anima.
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