Buoooonsalve! Questo racconto é nato perché ultimamente ho iniziato
a rileggere lo Hobbit e avevo proprio bisogno di tornare a fantasticare un po'.
Il cacciatore di draghi
(racconto n. 98)
Mich era un cacciatore di draghi. Amava il suo lavoro ed era
straordinariamente bravo a farlo. Con la sua spada dall'elsa dorata aveva
sconfitto decine di quelle terribili creature, liberando principesse in
pericolo e riportando alla luce tesori di inestimabile valore.
Questo gli aveva portato una certa notorietà nel suo regno. Quando
si avvicinava a un'abitazione tutti i bambini erano soliti additarlo urlando
"Ecco il cacciatore! Il temibile cacciatore! Dov'é il drago, potente
guerriero?"
Ogni volta che provava ad avvicinarsi a loro però, questi scappavano
ridendo per poi tornare a puntargli il dito contro.
La prima volta che si erano comportati a quel modo lui non
aveva capitò
il perché
di quell'assurdo comportamento poi però
comprese come stavano le cose.
I cacciatori di draghi diventavano sì famosi, ma di solito
venivano visti come individui aggressivi e violenti, utili in caso di pericolo,
ma da tenere alla larga se si voleva star tranquilli. All'inizio Mich ci stette
male, ma poi si rese conto che infondo non gli interessava avere l'approvazione
degli altri.
A lui piaceva il suo modo di vivere e non l'avrebbe cambiato
per nessun motivo al mondo. C'era solo una persona della cui opinione gli
importava, ma quella persona era anche l'unica a non voler accettare l'idea che
lui fosse un cacciatore di draghi: sua madre.
Ogni giorno lei gli ripeteva che doveva smetterla di pensare a
quelle assurdità,
che doveva concentrarsi su cose più
concrete.
Mich provava a spiegargli il suo punto di vista, ma era come se
lei non volesse ascoltarlo. Per questo ogni giorno finivano col discutere.
Tutte le mattine durante colazione, in macchina mentre lei lo
accompagnava a scuola... Sua madre non voleva capire perché fosse così importante per lui
essere un cacciatore di draghi o almeno sperare di poterlo diventare un giorno.
Non capiva che per un bambino di otto anni la vita può essere davvero complicata.
Non capiva che, a volte, fantasticare e immaginare di essere un eroe può rappresentare, per uno
come lui, l'inizio di una grande avventura.
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