Buooooonsalve! Questo racconto è nato ieri mattina in treno. Non so bene
da dove è
nata l’ispirazione
a dire il vero, ma spero sia comunque di vostro gradimento. ^,.,^
Non ho idea di come io mi sia ritrovato in questa situazione,
circondato da uomini armati e con una pistola puntata in fronte. Ricordo di
essermi svegliato molto tardi, con la testa confusa e un sapore amaro in bocca.
Mi sono alzato e ho vagato per quella che per me era una casa
sconosciuta. Mi sentivo come vittima di un doposbronza colossale eppure ero
certo di esserci andato piano la sera prima. Quando però incrociai il mio sguardo
allo specchio quasi mi venne un infarto: il volto che vedevo riflesso non era
il mio, non era quello Robert Nail di ventidue anni, ma quello di un uomo sui
quarantacinque anni con un fisico massiccio e una grossa cicatrice sulla
guancia. Urlai con tutto il fiato che avevo in gola e iniziai a vagare per
l'appartamento confuso se spaventato. Pian piano, grazie anche a una vicina un
po' troppo arcigna, capii chi fosse l'uomo a cui a quanto sembrava avevo rubato
le sembianze: si chiamava Michael Riff, di professione spacciatore e
ricettatore. Ero davvero in un gran bel casino.
Dopo una mezza giornata davvero infernale mi chiesi cosa
stesse accadendo in casa dei miei ora che era scomparso. Raggiunsi il mio
quartiere con il cuore in gola e rimasi di sasso nel vedere un ragazzo identico
a me, al vero me, aprire la porta d’ingresso
e salutare i miei genitori con entusiasmo.
Lo chiamai a gran voce, ma in un attimo eccomi circondato da
una decina di poliziotti pronti con le armi spianate.
- Hai finito di spacciare ai ragazzi del quartiere, stronzo. -
disse uno sbirro.
Mi guardai attorno in preda al panico quando all'improvviso
sentii una voce nella mia mente. "Goditi il soggiorno in prigione,
ragazzino. Io penserò
a godermi quello nel tuo corpo invece."
Il mio sguardo venne catturato dal ragazzo con il mio volto
che ghignava facendo oscillare uno strano medaglione. "Tranquillo te lo
restituirò
quando sarà
troppo vecchio per me.."
Lo vidi entrare soddisfatto in casa mia mentre le uniche cose
che riuscii a sentire furono la mia voce carica di angoscia e il freddo delle manette che si chiudevano attorno ai
miei polsi.
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