BUonsalve!
Un racconto ispirato a fatti recenti, a un problema esistente da sempre, ma del
quale probabilmente solo oggi si capiscono davvero le reali, orribili
conseguenze.
Tormentato
(racconto n.274)
Matt
detestava andare a scuola. Non voleva vedere i suoi compagni né tantomeno gli
insegnanti. Erano persone che lui detestava anzi odiava con tutto se stesso.
Perché lui era diverso, “strano” agli occhi degli altri e questo faceva di lui
un bersaglio. Ed essere un bersaglio a sedici anni voleva dire finire
all’inferno. Di corporatura robusta fin da quando era molto piccolo, Matt
passava gran parte del tempo a leggere libri e fumetti, fregandosene di tutte
quelle cose che i ragazzi della sua età adoravano. Non amava lo sport,
indossare abiti firmati, uscire la sera né tantomeno fare l’idiota con le
ragazze, non che non gli piacessero, ma semplicemente in quel periodo non lo
interessavano. Se c’era una cosa che adorava era disegnare. Passava ore, anche
durante l’orario scolastico, con la matita in mano e col tempo era diventato anche
molto, molto bravo. Nessuno però sembrava voler accettare quel suo modo di
essere. I suoi compagni non facevano che maltrattarlo e umiliarlo, strappando i
suoi lavori e picchiandolo non appena metteva il naso fuori dalla classe. C’era
un ragazzo in particolare che lo aveva preso di mira, quello per il quale tutte
le ragazze avrebbero fatto carte false (o aperto le gambe). Lui era bello,
ricco e ben voluto il ché lo faceva sentire in dritto di infliggere al povero
Matt ogni tipo di umiliazione. Il suo hobby preferito era infilargli la testa
nel gabinetto e, mentre due suoi amici lo tenevano fermo, pisciarci sopra o
peggio…
I suoi
insegnanti però sembravano non vedere anzi continuavano a rimproverarlo per la
sua distrazione, per come si rifugiava in realtà immaginarie per loro
totalmente inutili. Perfino i suoi genitori sembravano non capire o non voler
vedere quello che gli stava accadendo. Matt era stufo di tutto quello… non ce
la faceva, voleva solo che tutto finisse…
Una mattina
si mise alla scrivania della sua stanza e iniziò a disegnare. La sua mano si
muoveva in automatico mentre con lo sguardo fisso e la mente vuota osservava il
disegno prendere forma. Rappresentava
lui sul tetto della terrazza della
scuola con un piede al di là del cornicione. Sullo sfondo una sola scritta:
SORRY.
Appena ebbe
finito prese lo zaino e salutò sua madre. La strinse così forte che quasi le
tolse il respiro. – Ti voglio bene, mamma.
La donna
sorrise e gli diede una pacca dietro la schiena per spingerlo a sbrigarsi. Matt
se ne andò senza dire altro con nella mente ormai stanca solo l’immagine del
suo ultimo disegno.
1 commenti:
bravissima.... sono senza parole...
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