Buonsalve!
Un racconto su come, a volte, le cose che ci fanno paura sono in realtà quelle
che, se affrontate, ci riservano le maggiori e più belle sorprese.
Marta era
felicemente sposata da tre anni e ormai lei e suo marito cominciavano a sentire
il desiderio di avere un figlio. Proprio per questo si erano finalmente decisi
a comprare una casa più grande, una villetta in periferia dove poter crescere un bambino senza intrappolarlo nel caos di
una città caotica come Roma.
Il giorno
del trasloco, Marta era a dir poco entusiasta. Stava per iniziare una nuova
fase della loro vita e questo la rendeva davvero felice.
Lei e suo
marito passarono tutta la giornata a svuotare scatoloni e finirono col crollare a letto stanchi morti,
poco dopo la mezzanotte. Marta si addormentò immediatamente tra le braccia di
suo marito. Erano le quattro del mattino quando uno strano rumore la svegliò.
Si alzò con una stranissima sensazione, un brivido che le attraversava tutto il
corpo.
Andò in
quella che sarebbe presto diventata la stanza del piccolo e vide una figura
accanto alla finestra, la sagoma di un bambino il cui sguardo sembrava pesarle
addosso come un macigno.
Marta deglutì
e tastò la parete in cerca della luce. Quando l’accese, la figura era
completamente svanita. La donna tornò a letto pensando che fosse stata solo la
sua immaginazione legata al fatto di dormire per la prima volta in un ambiente
nuovo.
Nelle
successive sette notti però, la figura continuò ad apparirle facendola
letteralmente impazzire. L’ottavo giorno, ormai diventata paranoica, telefono
all’agente immobiliare che le aveva venduto la casa.
- C’è una
cosa che devo sapere con urgenza. – disse senza troppi convenevoli. – In questa
casa è morto un bambino?
La risposta
fu negativa. La villetta era stata costruita dai precedenti proprietari che
però non avevano mai avuto figli. Quella notte Marta decise di affrontare il
bambino misterioso. Quando venne svegliata dai soliti rumori si alzò e tornò
nella stanza vuota.
- Chi sei? –
chiese invece di accendere la luce. – Cosa posso fare per te?
Il bambino
si avvicinò e allungò una manina verso di lei. Nel momento in cui la toccò, un
raggiò di luce gli illuminò il volto. Marta ebbe un tuffo al cuore nel vedere
quanto quel bambino le assomigliasse. In quel momento di rese conto di una cosa
alla quale non aveva badato con il caos del trasloco: aveva un ritardo. Si
portò una mano al ventre e la figura scomparve come se fosse svanita
all’interno di esso.
Con un
sorriso, Marta tornò a letto e svegliò suo marito.- Tesoro… devo dirti una
cosa…
1 commenti:
hai perfettamente ragione... bel racconto :D
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