Buonsalve!
Un racconto su ciò che non riusciamo a spiegarci e che, a volte,
riesce a minare tutte le nostre certezze.
Una cosa inspiegabile
(racconto n.291)
(racconto n.291)
Solo perché
una persona non sa spiegarsi una cosa non vuol dire che non possa succedere.
Samantha però non la pensava così. Per lei qualsiasi cosa si poteva spiegare in
maniera razionale e scientifica altrimenti quel qualcosa semplicemente non era
reale.
Lei era una
ragazza coi piedi per terra che credeva sempre e solo a ciò che vedeva. Un giorno però tutte le sue certezze
s’incrinarono con violenza. Simon, il suo ragazzo morì all’improvviso e Samantha
passò i tre mesi successivi a tormentarsi nel cercare di dare un senso alla
sofferenza che la stava consumando. Non riusciva a smettere di piangere e
niente sembrava in grado di tirarla su di morale. Una sera le sue amiche
decisero di portarla fuori per aiutarla. Una serata in discoteca come tante, ma
durante la quale lei non riuscì in alcun modo a divertirsi. All’improvviso
venne colta da un attacco di panico che la costrinse a uscire all’aperto. Sola,
nel parcheggio, iniziò a piangere come una bambina. Si sentiva così sola e
smarrita che non sapeva come reagire al dolore che la stava tormentando. In
quel momento il rumore di una macchina che si avvicinava a tutta velocità le
fece sollevare la testa.
Fece appena
in tempo a vedere una macchina venirle addosso che sentì qualcuno afferrarla
bruscamente e trascinarla via. Si ritrovò per terra quasi senza rendersene
conto, su di lei il peso di qualcuno del quale non riusciva a scorgere il viso.
Quando si rimise in piedi e lo vide sentì il cuore perdere un battito. Davanti a lei c’era il suo Simon, l’amore
della sua vita morto pochi mesi prima per un incidente.
Lui le
rivolse uno sguardo dolce, di quelli che le facevano sempre provare un brivido
caldo.
- Simon… -
sussurrò. – Sei tu…
La mano di
lui le accarezzò una guancia. Si avvicinò, le labbra a poca distanza dal suo
orecchio. Una lacrima le scese lungo il viso e la costrinse a chiudere gli
occhi. Quando li riaprì, lui era sparito. Samantha non seppe spiegarsi cosa
fosse successo quella notte. Non aveva bevuto, la sua mente era lucida e
attenta.
Dopo un po’
però capì che in fondo non le importava perché nella mente e nel cuore avrebbe
conservato per sempre quell’unica frase che lui le aveva sussurrato: VIVI PER
ME, AMORE.
1 commenti:
Quando si dice che persino Aristotele dovesse lasciar spazio ogni tanto al suo maestro Platone... bel racconto, cosi dolce e struggente :D
mi hai commosso...
e comunque che ritiene di poter usare solo la Logica, amputa buona parte della sua mente :D
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