Buonsalve!
Un racconto sui fallimenti e sui gesti estremi ai quali la depressione e il
dolore possono portare.
Buona
lettura!
L'ennesimo fallimento
(racconto n.292)
Cristina si
era sempre sentita invisibile. Aveva sempre avuto l’impressione che per quanto
cercasse di parlare agli altri la sua voce restasse sempre e comunque
inascoltata. Infondo perché avrebbero dovuto ascoltarla? Lei non aveva mai
combinato molto nella vita. Ci aveva provato, sì, ma ogni volta che tentava di
portare a termine qualcosa finiva puntualmente con un completo fallimento.
Col tempo e
le delusioni aveva finito col cadere in depressione e col convincersi di non
valere niente, che il motivo per cui continuava a fallire e a sentirsi così
sola, distante dalle poche amicizie che era riuscita a crearsi, fosse che
infondo non meritava niente dalla vita.
Pian piano
cominciò a isolarsi sempre di più tanto che a un certo punto iniziò a passare
tutte le giornate chiusa in casa senza entrare in contatto con anima viva.
Quando alla fine si decise a uscire si rese conto di essere diventata davvero
invisibile. Nessuno la vedeva, né il
cameriere del bar nel quale era andata per fare colazione né i commessi del
supermercato o i cassieri con i quali chiacchierava sempre quando andava in
banca. Nessuno le parlava e anche quando la guardavano sembrava che stessero
sempre fissando qualcosa alle sue spalle.
Dopo tutta
la mattinata passata a farsi notare, Cristina decise di tornarsene a casa.
Quella ormai era la storia della sua vita. Perfino farsi vedere era diventato
impossibile per lei.
L’ennesimo
fallimento dal quale probabilmente non si sarebbe mai potuta riprendere. Si
trascinò nel suo appartamento, barcollando come se fosse ubriaca mentre la sua
mente pian piano si perdeva in pensieri cupi e tristi ricordi. Senza quasi
rendersene conto si trovò nel suo salotto e si sedette in poltrona.
Rimase per
un po’ immobile poi girò la testa e fissò il proprio corpo riverso sul divano,
il vomito che le colava da un angolo della bocca e il flacone di pasticche
ancora in mano.
Si guardò
per un attimo poi tornò a fissare il vuoto.
L’ennesimo
fallimento dal quale però non si sarebbe mai più ripresa.
1 commenti:
Bellissimo! Davvero...
Una condizione in cui tutti versiamo. Io, per esempio, ormai mi sono abituato ai fallimenti :D :D :D
Però non sono ancora del tutto diventato invisibile... anche se composto di bit <3
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