BUonsalve! Un
piccolo racconto ispirato alla morte e a quello che potrebbe accadere… dopo…
Buona
lettura!
Lasciarsi andare
(racconto n.278)
Simonne
guardò la gente che la circondava con aria spaesata e smarrita. C’erano
praticamente tutte le persone che conosceva e tutti i suoi parenti, cosa che
sinceramente non si aspettava affatto.
C’erano
perfino vecchi amici che non vedeva da una vita e ragazze con le quali aveva
sempre discusso e che non facevano che trattarla di merda.
Che ipocrite!
Se fosse stato per lei avrebbe sbattuto via quelle oche a suon di calci sui
loro sederini ossuti.
Purtroppo in
quell’occasione non poteva fare altro che osservare e vagare per la sua casa
circondata da quella gente falsa che si era radunata per lei.
A quanti di
loro importava davvero? Quanti si erano presentati alla sua porta solo per fare
presenza o per farsi vedere?
Simonne
pensava che fossero davvero in pochi quelli che si trovavano lì per i motivi
giusti. Guardò le sue due migliori amiche che se ne stavano in un angolo con
l’aria triste, gli occhi gonfi di chi aveva passato la notte in bianco.
Stava per
andare da loro quando si rese conto che forse sarebbe stato meglio vedere prima
i suoi genitori.
Sua madre se
ne stava in un’altra stanza con una vecchia zia. Non faceva che disporre dei salatini
su un vassoio, ma il suo sguardo fisso e le mani tremanti facevano intuire
chiaramente che non stava affatto bene.
E come
avrebbe potuto?
Simonne si
sentì tremendamente in colpa. Era riuscita solo a combinare un disastro.
Continuò a
vagare per la casa finché non arrivò davanti all’unica stanza in cui non
sarebbe mai voluta entrare. Fece un respiro profondo e si costrinse a fare un
passo avanti. Doveva entrare. In fondo era stata tutta colpa sua. Lei aveva
iniziato a urlare contro la madre mentre erano in macchina, lei l’aveva portata
a distrarsi mentre era al volante. Lei
aveva deciso di non mettersi la cintura prima di partire.
Tremante,
Simonne avanzò verso la bara al centro della stanza. Si avvicinò, osservando spaventata
il proprio cadavere. Allungò una mano per accarezzarsi una guancia e appena lo
fece sentì il proprio essere svanire lentamente come se fosse fatto di
vapore. Tutte quelle persone erano lì
per lei, per il suo funerale, ma aveva davvero importanza? No, in fondo non ne aveva per lei… ormai infatti
non le restava altro che lasciarsi andare.
1 commenti:
Uhm penso e immagino spesso nella mia testa questo momento, quando sarà il mio turno... e penso a infinite variazioni, penso anche se dovessi sentire qualcosa nonostante fossi ridotto in cenere, come da mie volontà... penso tanto.. e devo dire che hai saputo tradurre bene in parole queste mie fantasie... brava davvero <3 <3 <3
Posta un commento