Buonsalve!
Anche oggi un racconto non proprio “allegro” (so che ad alcuni non piacerà, ma
prometto di tornare presto a scrivere qualcosa di più ottimista. Buona lettura!
Un dono di morte
(racconto n.289)
Lucas era un
uomo d’affari che poteva dire con fierezza di aver avuto tutto dalla vita. Era
cresciuto in una famiglia benestante che lo aveva educato nelle migliori scuole
e che non gli aveva mai negato niente. Da parte sua non aveva mai approfittato
di tutta la libertà che gli era stata data. Non si era mai drogato, mai guidato
ubriaco e soprattutto era cresciuto con una consapevolezza e un rispetto per il
denaro e il lavoro inusuali che lo avevano spinto a impegnarsi prima nello
studio e poi nel lavoro per costruirsi da zero un’eccellente carriera.
Nell’animo
di Lucas però c’era un’ombra, un’inquietudine che non era mai riuscito a
reprimere.
Tutto iniziò
con Caroline. Bella ed elegante, era la ragazza più popolare al campus
universitario. Si erano trovati fin da subito e avevano iniziato a uscire
insieme. In pochi mesi divennero la coppia d’oro dell’università, i perfetti
fidanzatini che tutti invidiavano e ammiravano.
Poi però un
ubriaco distrusse tutto il suo mondo. Venne loro addosso mentre stavano
rientrando a casa in macchina. Lui non si fece niente. Caroline morì sul colpo.
Quella notte
tutte le sue certezze crollarono e quell’ombra dentro di lui cominciò a
crescere diventando ogni anno sempre più grande e opprimente.
Poi un
giorno Lucas capì che per liberarsi di quell’ombra doveva assecondarla. Doveva
dare sfogo a quell’istinto fatto di rabbia e dolore che stava ribollendo dentro
di lui. Per questo il terzo anniversario della morte di Caroline decise di
andare in un bar. Passò lì tutta la notte finché all’improvviso non vide un
uomo alzarsi e barcollare verso l’uscita. Lasciò passare un paio di minuti,
pagò i drink che aveva bevuto e si alzò con passo sicuro e deciso. Raggiunse
l’uomo in un vicolo e lo seguì fino alla sua macchina.
Lo vide
sollevare le chiavi con mano tremante e aprire lo sportello. Si avvicinò lento
poi, prima che l’uomo potesse voltarsi, gli mise attorno alla gola un lungo
filo da pesca. Strinse e strinse con
tutte le sue forze, rimanendo impassibile nel vedere l’uomo contorcersi e
dimenarsi mentre moriva soffocato. Provando un’intima soddisfazione quando lui
crollò a terra esanime.
Rapido,
eliminò ogni possibile prova che potesse ricollegarlo all’omicidio e se ne
andò. Quello fu solo il primo di numerosi doni che fece alla sua Caroline. In
giorni diversi e in posti diversi, periodicamente dava sfogo a quell’ombra che
si nascondeva dentro di lui, perfetto e preciso, impeccabile come lo era sempre
stato nell’onorare ciò che la vita gli aveva dato.
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