Buonsalve!
Una gelida vendetta che potrebbe far passare a molti ragazzi la voglia di
tradire… spero…
Fortuna per
il mio ragazzo che on è un tipo capace di fare brutti scherzi ;)
Gelida vendetta
(racconto n.283)
Freddo... il
freddo era l’unica cosa che Max riusciva a percepire. Non poteva credere di
essere finito in quella situazione, di trovarsi in quella situazione di merda
senza un motivo ben preciso. O meglio un motivo c’era ed era un pazzo sadico e
spietato del quale lui non conosceva nulla. Si trovava nell’ascensore del
palazzo in cui lavorava, pronto a tornare a casa dopo una nottata di
straordinari davvero snervante.
All’improvviso uno strano fumo si diffuse per la cabina e Max iniziò a
sentirsi stanco e stranamente debole. Quella fu l’ultima cosa che era in grado
di ricordare. Si svegliò infatti dopo un
tempo indefinibile in quella che sembrava essere una cella frigorifera. Subito
il freddo lo travolse facendogli perdere la sensibilità alle dita. – Ehi! –
urlò. – Che succede? Qualcuno mi aiuti!
Non seppe
per quanto tempo rimase lì a muoversi per la stanza nel tentativo di
riscaldarsi, ma pian piano tutto il suo corpo iniziò a intorpidirsi. Si
avvicinò alla porta e iniziò a bussare e
ad agitarsi sempre più in preda al panico.
All’improvviso
un getto di quello che sembrava essere un liquido refrigerante lo investi
congelandogli la parte inferiore del corpo.
Urlò terrorizzato rendendosi conto di avere le gambe ghiacciate e che
ormai non era più nemmeno in grado di muoversi. All’improvviso la porta si aprì
rimanendo leggermente socchiusa. Un attimo dopo, un altro getto lo colpì al
torace congelandolo fino alla gola. In
quel momento, una figura incappucciata e vestita con una grossa tuta entrò
nella cella. Nella mano stringeva un grosso martello. Max sentì crescere il
panico quando l’uomo lo sollevò.
Il rapitore
lo colpì alla mano destra che si sbriciolò come un cubetto di ghiaccio
sanguinolento.
Max iniziò a
urlare e piangere. Le sue grida si
fecero ancora più strazianti quando lui gli frantumò anche l’altra mano. –Basta
ti prego… io… io non ti ho fatto niente… ti supplico fermati…
Il rapitore
allora si tolse la maschera rivelandosi essere una donna di circa quarant’anni
che Max conosceva fin troppo bene. –
Lara ma… tu… tu…
- Hai
tradito la donna sbagliata, stronzo.
Quelle
furono le ultime parole che Max sentì prima che lei lo colpisse con tutte le
sue forze al torace facendo piombare su di lui un abisso di vuoto e di gelo.
0 commenti:
Posta un commento