Buoooooooonsalve!
Un racconto ispirato da una lettura fatta di recente: Fated di S.G. Browne. Un
gran bel romanzo, divertente, ma che da anche molti spunti di riflessione.
Ciao sono la
Morte. Tranquilli non sono qui per voi. Non ancora almeno. Si, sì, grattatevi
pure i coglioni, ma tanto lo sapete che a me non si sfugge. Potente andare dove
volete, ma se la vostra ora è arrivata… beh state tranquilli che mi farò viva.
Ooops… scusate il pessimo gioco di parole.
Comunque non
capisco perché vi spaventi tanto la mia presenza e soprattutto perché ce l’avete
tanto con me. Certo ci sono dei momenti in cui vi fa comodo che io ci sia,
vero? Quando mi sono presa Hitler mi pare di non aver sentito molte lamentele. Mah…
voi umani non vi capirò mai.
All’inizio
con voi era semplice: eravate in pochi, avevate una durata di vita piuttosto
breve e di certo non vi arrabbiavate con me quando facevo il mio lavoro.
Oggi è tutto
più complicato anzi voi lo siete. Pretendete di vivere almeno fino a novant’anni
eppure vi riempite di schifezze, vi ammazzate con ogni tipo di sostanza nociva
e fate di tutto per rendere più pericolose le vostre esistenze. Perdonatemi, ma
questo non ha molto senso.
L’altro
giorno ad esempio sono andata da Jake, un uomo di cinquant’anni che aveva
passato gran parte della sua vita ad ammazzarsi di hamburger e sigarette. Aveva
avuto perfino problemi di cuore e respirazione eppure non ha mai pensato
abbandonare il suo assurdo tenore di vita. L’unica cosa negativaa della sua
dipartita era il fatto che sua moglie e i suoi due bambini di dieci e dodici
anni si sarebbero trovati in guai seri, tanto che lei era già nella mia lista
delle persone da prendere nei successivi otto anni. Quando andata da lui era in
ospedale. Aveva avuto un infarto. La sua anima lasciò il corpo non appena mi
avvicinai.
All’inizio
guardò confuso prima me e poi il suo corpo, ma quando si rese conto di ciò che
gli stava succedendo si mise a tremare guardandomi come se avesse visto la
morte in faccia. Cosa che poi era anche vera. Mi domando: ma perché apparire
agli uomini come una sventola seminuda se comunque si metto a tremare di paura
ogni volta che capiscono chi sei?
Fatto sta
che, come sempre, alla paura iniziale seguì la rabbia. E che rabbia!
Inizio a
imprecare e a urlare mentre i medici si affannavano inutilmente sul suo corpo
nel tentativo di rianimarlo. Disse anche alcune cosette poco piacevoli sul mio
capo, cose abbastanza pesanti che di certo Lui non deve aver gradito.
Fatto sta
che me portai quell’anima al suo posto, con un pensiero che cominciava a
tartassarmi la mente.
Ma se voi
umani passate la maggior parte del loro tempo a lamentarvi della vostra vita,
allora perché avete così tanta paura del grande cambiamento?
Insomma non
sarebbe meglio lamentarsi di meno e si godervi di più l’attesa del nostro
incontro?
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