Buonsalve!
Ho scritto questo racconto perché la scorsa domenica ho avuto un incubo che mi
ha fatto tremare parecchio. Il mattino dopo, ricordandolo, ho pensato: e se gli
incubi fossero esseri viventi?
E se
esistesse qualcuno capace di tenerli a bada?
Cacciatrice di incubi
(racconto n.68)
Ci sono
molte cose nel mondo alle quali gli uomini hanno cercato di dare una
spiegazione logica per non doverne accettare la natura sovrannaturale. Gli Incubi
ne sono un esempio lampante.
Proiezioni
dell’inconscio, ecco come di solito vengono classificati. Peccato che in realtà siano veri e propri
esseri viventi che si nutrono dell’energia generata dalla paura generata durante
il sonno. Di solito non danneggiano gli esseri umani, ma a volte qualcuno di
loro perde il controllo e si fissa su un’unica preda arrivando a terrorizzarla
a morte pur di nutrirsi.
È in questi
casi che intervengo io, Valery Lars, cacciatrice di Incubi.
Ultimamente
ho lavorato al caso di un bambino che ogni notte, alle tre e trentatré in
punto, si svegliava urlando come un disperato per via di spaventosi incubi.
Ho scoperto
di questo caso per pure fortuna, ascoltando in un bar le lamentele di alcuni
vicini di casa che venivano svegliati dai pianti del bimbo. Incuriosita, sono
andata subito a indagare fingendomi una psicologa della scuola.
I genitori
mi dissero che era un mese che la cosa andava avanti.
Il piccolo
aveva incubi ricorrenti che lo facevano svegliare sempre alla stessa ora e che
col tempo avevano finito col consumarlo e indebolirlo.
Non avevo
dubbi: si trattava di un caso di Incubo fuori controllo.
Quella notte
stessa mi arrampicai fino alla stanza del bambino e scivolai all’interno,
usando le mie capacità per nascondermi nel buio.
L’Incubo era
già lì, un’ombra scura tra le ombre della notte i cui occhi scarlatti fissavano
il piccolo con bramosia.
- Ehi,
stronzo! – dissi richiamando la sua attenzione.
Lui si voltò
verso di me, ringhiando ferocemente. Quando mi si avventò contro, sussurrai un incantesimo
e rivolsi verso di lui il palmo della mano sinistra.
Il pentacolo
tatuato al centro di essa iniziò a brillare, emanando un’energia che trascinò l’Incubo
dentro di esso. Per un attimo lo sentii dimenarsi all’interno del mio corpo, ma
alla fine la magia ebbe la meglio e assorbì completamente la creatura.
Guardai il
bambino che aveva iniziato a sorridere nel sonno e lasciai la stanza
soddisfatta dopo l’ennesima, tranquilla nottata di lavoro.
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