Buonsalve!
Una storia
triste, nata forse da un momento di eccessiva negatività. (Per non spaventarvi ci tengo a precisare una cosa: per quanto le cose possano andar male, personalmente non arriverei mai a certi estremi)
L'ultimo ballo
(racconto n.71)
Le mie
gambe, il mio corpo, la mia anima… tutto il mio essere era fatto per ballare,
per muoversi trasportato dalla forza della musica.
Avevo
iniziato a danzare ancor prima di muovere i miei primi passi. Ogni volta che qualcuno
accendeva uno stereo cominciavo ad agitarmi, ridendo come se fosse la cosa più
bella del mondo. A soli otto anni sono salita per la prima volta su un palco e mi esibii davanti a un pubblico, con il cuore che batteva all’impazzata
e la paura di sbagliare qualche passo.
All’inizio
ero terrorizzata, ma dopo un po’ muovermi di fronte a quelle persone divenne la cosa più naturale
del mondo. Era bello, perfetto.
Continuai a
danzare per anni, gioendo di ogni passo, di ogni applauso che ricevevo. Mi esibivo
per lo più in piccoli teatri, con un numero esiguo di spettatori, ma era
comunque la perfezione per me.
Poi arrivò
il primo grande ingaggio. Era uno dei teatri più grandi e più belli che avessi
mai visto e io ero stata scelta per il ruolo principale dello spettacolo.
Non sapevo
che quella sarebbe stata la mia ultima esibizione. Non sapevo che, uscendo dal teatro, ad aspettarmi avrei trovato una
macchina che mi avrebbe travolta e abbandonata sulla strada deserta.
Persi del
tutto l’uso delle gambe. La bambina che ballava ancor prima di camminare non
avrebbe più potuto lasciare una maledetta sedia a rotelle.
Non ce la
feci. Era una cosa che non riuscivo in alcun modo ad accettare.
Mi restò solo un'alternativa. Misi la musica del
lago dei cigni e sfiorai appena con le dita la lametta accanto alla vasca da
bagno.
Mi spinsi nell’acqua, un semplice movimento che mi costò una fatica immane.
Era ora di svegliarmi dal mio splendido sogno.
Quello sarebbe stato il mio ultimo ballo.
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