Buonsalve! Questo racconto è una rielaborazione di un sogno che
ho fatto l’altro ieri. Per la serie: non mi riposo neanche quando dormo XD
La lettera
(racconto n.164)
Marie adorava il piccolo negozio in riva al fiume. C'era di
tutto all'interno: potevi trovarci splendidi mantelli scuri ornati di ricami elaborati,
vecchi libri, piccoli oggetti di raffinata eleganza... La proprietaria, una
donna dai bellissimi capelli corvini di nome Anne, era davvero molto dolce e
gentile. Per quanto Marie fosse un'orfana che riceveva pochi soldi dai genitori
adottivi e che quindi non poteva mai comprarsi niente, la donna la trattava
sempre con molto affetto e non passava giorno che non le insegnasse cose nuove
e, per lei, meravigliose.
Grazie a quella donna e ai suoi libri aveva appreso le
proprietà
curative delle piante, l'importanza delle fasi lunari e delle stagioni… cose che nessuno le
avrebbe mai insegnato nel mondo dove la scienza e la matematica erano le uniche
materie di studio davvero importanti.
Quel negozio era ormai la sua seconda casa, il suo rifugio. Un
giorno però
le arrivò
la voce che era stato demolito dal governo
e la donna che lo gestiva giustiziata.
Quella sera, inaspettatamente, vennero a prendere anche lei. A
quanto sembrava stavano arrestando anche tutti i frequentatori abituali del
negozio. La caricano su un treno, in una
carrozza isolata dalle altre. Con lei c'era un altro prigioniero, un ragazzo
affascinante con i capelli scarmigliati e una lunga cicatrice sull'occhio
destro.
- Ben arrivata, piccola. - disse con lui con un sorriso
sfacciato quando i soldati richiusero la porta della loro prigione temporanea.
-Sei fortunata. Me ne stavo giusto per andare.
In un attimo il ragazzo si liberò dalle manette e l’aiutò a togliersi le sue.
- Uh, a proposito: io mi chiamo Jack.
Senza darle il tempo di ribattere, il giovane la spinse poi a
salire sul tetto della carrozza in cui si trovavano. Marie aveva paura, era
terrorizzata, ma la spaventata di più
l'idea di ciò
che le avrebbero fatto una volta che l'avessero portata in prigione.
All'improvviso si rese conto di una cosa: stavano costeggiando
il fiume e presto sarebbero arrivati all'altezza del negozio distrutto.
- Dobbiamo saltare qui. - disse.
Il ragazzo si mise al suo fianco, guardando l'acqua sotto di
loro. - Sarà
un bel salto.
- Non importa. C'é
un posto che devo assolutamente vedere.
Poco dopo i due si ritrovarono, zuppi e infreddoliti, là dove giacevano i resti
carbonizzati del negozio.
Mentre Jack la guardava incuriosito, Marie iniziò a vagare tra le macerie
mossa da un istinto che non sapeva spiegarsi. All'improvviso inciampò in una scatola rimasta
sepolta sotto i detriti.
La ragazza l'aprì e vi trovò un ciondolo a forma di pentacolo assieme
a una lettera:
Marie figlia mia, so che
il tuo dono ti porterà al mio lascito quando io non ci sarò più. Mi dispiace di
averti abbandonata quando ancora eri in fasce, ma era l'unico modo che avevo
per proteggerti. Perché nel nostro mondo le Druide come noi non sono bene
accette e non potevo permettere che ti capitasse qualcosa di orribile. Adesso
che hai avuto la possibilità di crescere però voglio tu sappia l’unica cosa
davvero importante: io ti amo e ti ho sempre amata. E qualunque strada
sceglierai per te stessa sarò sempre fiera di ciò che sei. Sono stata felice e
orgogliosa di vedere la splendida, giocane donna che sei diventata.
Anne
Marie strinse la lettera con le lacrime agli occhi. Non sapeva
definire ciò
che provava in quel momento, ma di una cosa era certa: lei non era una ragazza
normale. Aveva un dono, un dono che non avrebbe in nessun modi sprecato.
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