Buonsalve! Questo racconto mi è stato ispirato da una puntata di “Terapia d’urto” un telefilm che danno
ogni mercoledì
su Cielo e che mi sta prendendo davvero tanto.
Buona lettura ^,.,^
Poker
(raconto n.146)
Il poker é
un gioco, ma non uno scherzo. Ogni gesto e ogni espressione devono essere
studiati e calcolati con attenzione per sviare l'avversario. Un movimento
nervoso, uno tic o uno scatto improvviso possono fare la differenza tra vincere
migliaia di dollari e perderli.
Questo Matt lo sapeva benissimo. Era consapevole dei rischi e
delle possibilità
di quel gioco che non si basava solo sulla semplice fortuna.
C'era però
un'altra cosa di cui era consapevole: lui era nato per quello.
Aveva iniziato a giocare seriamente poco dopo aver compiuto i
diciotto anni ma già
da prima aveva cominciato a capire il suo talento, la sua capacità di poter leggere le
persone.
Gli bastava incrociarne lo sguardo di qualcuno per leggere nei
suoi occhi tutto della persona che aveva davanti. Aveva sempre contato su quel
dono finché
un giorno, durante un'importante partita, non si era trovato di fronte a
qualcosa di inspiegabile.
Erano pronti per giocare, ma mancava ancora una persona che
ovviamente era in dannato ritardo.
- Scusate, mi hanno trattenuta. - disse una voce squittente.
Matt guardò
allibito la ragazza che non doveva aver più
di vent'anni sedersi di fronte a lui.
Matt la osservò,
pregustando già
un guadagno facile, ma fu costretto a ricredersi. Appena diedero le carte, la
ragazza infatti sembrò
trasformarsi. I suoi occhi divennero
gelidi, duri, il suo volto inespressivo.
Era come se non ci fosse niente dentro di lei. Li prosciugò tutti, togliendo loro
fino al più
piccolo centesimo.
Alla fine della partita, non poté fare a meno di chiederle come facesse a
isolarsi e a chiudersi così
tanto mentre giocava.
Lei si limitò
a sorridere e a porgergli la mano. -
Facciamo una cosa: te lo dirò
se accetti di giocare ancora con me. Sei bravo e vorrei affrontarti ancora.
- Con piacere. - disse stringendole la mano a sua volta. In
quel momento si rese conto che la pelle
della ragazza era gelida e dura come il marmo come se fosse.... Morta.
Sgranò gli occhi, ma non ebbe il tempo di dire niente che lei si
era già allontanata, uscendo dalla stanza silenziosa come un alito di vento.
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