Buonsalve amici! Il carnevale è alle porte e ormai alle porta e questo
racconto è
proprio ispirato ad esso. Buona lettura!
Magico Carnevale
(racconto n.147)
Diana adorava il carnevale. Quello per lei era il periodo più bello dell'anno perché poteva nascondersi,
essere diversa dalla ragazzina riservata che tutti conoscevano. Nel momento in
cui indossava la maschera, nell'attimo in cui si rifugiava dietro di essa,
poteva trasformarsi e diventare ciò
che voleva essere.
Quell'anno poi sarebbe stato un carnevale davvero speciale
perché
lo avrebbe passato a Venezia. Ospite di una sua amica, avrebbe trascorso dei
giorni davvero straordinari. Si era anche comprata un abito speciale apposta
per l’occasione.
Così,
quando arrivò
il martedì
grasso, Diana si lanciò
nelle strade piena di entusiasmo e vestita di un costume Veneziano rosso che
metteva in risalto la sua figura slanciata.
Fu incredibile, come trovarsi immersa in un incantesimo.
C'era così
tanta vita e allegria attorno a lei e i colori sembravano così intensi e luminosi da
toglierle il fiato. L'aria era vibrante di musica e ovunque si poteva percepire
un dolce profumo di dolci.
Persa nella magia del carnevale, vide un gruppo di ragazzi e
rivolse loro maliziosi sguardi di intesa. Loro la salutarono con commenti di
ammirazione, ma lei si limitò a passare loro accanto, indifferente. Subito però
la sua attenzione venne attirata da un uomo. In piedi, su un piccolo ponte,
osservava i canali con un'aria assorta sul volto in parte nascosto da una
maschera. All'improvviso l’uomo si accorse di lei e si girò a guardarla. C'era
qualcosa di affascinante e magnetico nel suo sguardo. Ammaliata, Diana lo seguì
fino a una piccola strada nascosta. Lì, lui si voltò e le sorrise. - Benvenuta.
- la salutò.
La giovane sentì
la propria mente vuota e confusa. - Chi siete? - riuscì a chiedere a malapena.
Lui le si avvicinò
e, senza che lei riuscisse a opporsi, le cinse la vita con un braccio. - Uno spirito,
un fantasma... Forse solo uno scherzo...
Diana batté
le ciglia e si ritrovò
di fronte un'altra se stessa. Non si accorse che stava pian piano svanendo,
diventando invisibile come un antico spettro.
- Io sono Venezia, bambina, e il mio spirito cattura coloro che
si in me desiderano smarrirsi.
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