Buonsalve amici! Questo racconto mi è venuto in mente
pensando alle corse automoblistiche. Non so nemmeno perché mi è venuto in mente l’argomento… mmm… la mia mente mi gioca
strani scherzi…
Le luci della città
sembravano solo dei lampi dorati dai finestrini della macchina. Concentrato
com'era sulla guida, Robert le guardava a malapena. La sua mente era tutta lì, su quella striscia
d'asfalto che aveva davanti, sulla strada che come un serpente si snodava di fronte
ai suoi occhi.
Il conta chilometri segnava inesorabilmente l'aumento della
velocità
e con essa dell'adrenalina nel suo corpo. Robert viveva per quello, per quelle
corse clandestine dove tutto si riduceva a pochi minuti di assoluta perfezione.
Le sue mani, strette sul volante, erano sbiancate, ma a lui
non importava. In quel momento lui era davvero consapevole di ciò che lo circondava.
Era lui ad avere il controllo e niente avrebbe potuto
fermarlo. All'improvviso un rombo gli fece distogliere appena gli occhi dalla
strada. Imprecò
tornando subito a concentrarsi sulla guida. Uno dei suoi avversari lo stava per
raggiungere.
Era certo di aver messo sufficiente distanza tra di loro, ma
quel bastardo stava tentando di recuperare. Doveva fare qualcosa.
Premette il piede ancora di più sull'acceleratore e per un attimo ebbe
un fremito nel sentire il rombo del motore. Le sue labbra si piegarono in un
sorriso soddisfatto.
La sua bambina non lo avrebbe deluso. Non lo aveva mai deluso
prima e non avrebbe cominciato proprio quella sera.
Un attimo dopo però
il suo avversario gli fu accanto e le due vetture raggiunsero quasi
contemporaneamente una pericolosa curva a gomito. Robert non era affatto
intimorito. Sapeva come gestire la situazione.
Il suo rivale però
no. Una manovra sbagliata e Robert sentì
il rumore delle macchine che si toccavano poi, all'improvviso, la sua vettura iniziò a sbandare.
Dopo un brusco testacoda, fu costretto a fermarsi. Riuscì ad alzare la testa
appena in tempo per vedere due abbaglianti venirgli addosso.
Sapeva che quel momento sarebbe potuto arrivare, ma non ci
aveva mai creduto sul serio.
L'ultima cosa che sentì dopo il terrore fu un violento impatto,
il dolore improvviso delle lamiere che gli entravano nella carne poi
l'inevitabile nulla.
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