skip to main | skip to sidebar

365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

Archivo del blog

  • ▼ 2013 (243)
    • ▼ agosto (31)
      • Ti va di vivere un'avventura?
      • Paura dei numeri
      • Le campane
      • Il complotto
      • Allegoria dell'acqua
      • Il naufrago
      • Il Sindacato delle Marmotte
      • ANGIE
      • La farfalla cremisi
      • Un osservatore da lontano
      • L'incubo
      • Un gesto d'amore
      • Sincera amicizia
      • Un vero imbranato
      • Un segno nel mondo
      • Tutto perfetto
      • Tu sei pazzo
      • Non solo estetica
      • L'uomo perfetto
      • Lo specchio dell'anima
      • Ali
      • La protagonista
      • Il coraggio di un guerriero
      • Conseguenze
      • Il cerchio delle fate
      • Morte amica
      • Creatività
      • La collezione
      • Gelosia violenta
      • Il raccolto
      • Una goccia di pioggia
    • ► luglio (31)
    • ► giugno (30)
    • ► maggio (31)
    • ► aprile (30)
    • ► marzo (31)
    • ► febbraio (28)
    • ► gennaio (31)
  • ► 2012 (122)
    • ► dicembre (31)
    • ► novembre (30)
    • ► ottobre (31)
    • ► settembre (30)

365 Stories from my Head

Un gesto d'amore

martedì 20 agosto 2013

Buonsalve! Ho scritto questo racconto pensando all’amore, a quel tipo di amore per il quale il tempo, le discussioni e i problemi non hanno significato. A quell'amore che anche nei momenti più brutti riesce comunque a strapparti un sorriso.

Un gesto d'amore
(racconto n.354)

Carlos adorava la sua Amelie. Non avrebbe mai pensato di poter amare una ragazza con tanta intensità eppure quando l'aveva incontrata per la prima volta aveva subito capito di voler passare la vita con lei. Era così bella con quello strano vestito a fiori e i capelli corti sbarazzini...
A distanza di dieci anni erano ancora insieme. I capelli di Amelie erano più lunghi, ma lui continuava sempre a trovarla meravigliosa.
Poi arrivò il male, quel male orribile che distrusse la sua amata e tutti i suoi desideri. Un figlio era l'unica cosa che Amelie avesse mai chiesto alla vita, ma l'asportazione dell'utero la costrinse inevitabilmente a rinunciarvi. Cominciò a cadere in depressione e lui non riuscì a fare altro che guardarla spegnersi.
Alla fine, Amelie tentò il suicidio. Carlos la trovò nella vasca con i polsi tagliati. Non seppe dire come riuscì a salvarla, a tamponarle le ferite e a tirarla fuori dall'acqua. La sua mente era così piena di disperazione da non riuscire a registrare quei momenti.
Amelie passò molto tempo in ospedale, in preda a uno stato catatonico dal quale sembrava non riuscire a riemergere. Carlos rimase sempre con lei finché un giorno non le chiese semplicemente - Perché?
Era stremato, troppo stanco per sopportare ancora quei silenzi.
Lei lo guardò per un lungo momento poi inaspettatamente rispose. - Non riesco a sopportare l'idea di non sentirmi più una donna.
Carlos allora si alzò e tornò a casa.

Ritornò in ospedale poche ore dopo con un paio di forbici e una busta di plastica.
Pian piano iniziò a tagliare i capelli di Amelie, che non oppose alcuna resistenza a quel suo gesto assurdo. Quando ebbe finito l'uomo tirò fuori dalla busta un vestito a fiori e con tutta la delicatezza di cui era capace lo fece indossare alla donna.
Quando ebbe finito, uscì di nuovo dalla stanza e portò all'interno un ampio specchio, anch'esso portato dalla loro casa. Pian piano, aiutò Amelie ad alzarsi per andare a specchiarsi. La donna guardò imbambolata il riflesso di una se stessa identica a com'era una decina di anni prima. Solo il viso, emaciato e con qualche ruga in più, mostrava lo scorrere del tempo.
Carlo si portò dietro di lei e l'abbracciò sussurrandole a un orecchio. - Ai miei occhi, Amelie, tu sarai sempre la stessa bellissima donna che eri il giorno in cui ci siamo incontrati. 

Fu allora che una lacrima scivolò sul volto di Amelie, una lacrima che, per la prima volta dopo tanto tempo, nasceva dalla bellezza di un piccolo gesto d’amore.


Pubblicato da Unknown alle 10:37  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Uao sai far dannatamente male e pure piangere, mi hai davvero commosso... bellissimo..

20 agosto 2013 alle ore 10:46  

Posta un commento

Post più recente Post più vecchio Home page
Iscriviti a: Commenti sul post (Atom)

Blog Design by Gisele Jaquenod

Work under CC License

Creative Commons License