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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

La collezione

domenica 4 agosto 2013

Buonsalve! Questo racconto mi è stato ispirato dalla foto di un cosplay davvero ben riuscito del Jocker (quello nella foto per intenderci), postato tempo fa su facebook da un mio amico.  Buona lettura!

La collezione
(racconto n.338)

Jack non aveva molti interessi nella vita. Non amava lo sport, che trovava insulso e ripetitivo, né la lettura o il cinema, che trovava passatempi noiosi per chi non riusciva a farsi una vita propria. C’era solo una cosa che adorava davvero: le maschere.
Jack infatti era un creatore di maschere. Ne aveva realizzate di ogni tipo: da quelle eleganti e raffinate per i balli di gala a quelle più spaventose per le feste di Halloween.
Ma le maschere che più amava erano quelle della sua collezione speciale. Periodicamente infatti andava in cerca delle materie prime per realizzarle, materie  selezionate sempre con molta cura e attenzione per ottenere le maschere migliori mai realizzate.
La prima volta che ne aveva realizzata una fu quando conobbe Susan.  Si erano conosciuti a una cena organizzata da quei pochi amici che riusciva a sopportare. Lei lo aveva colpito subito per il suo viso dai lineamenti delicati e la pelle liscia e perfetta che gli faceva provare l’irrefrenabile desiderio di toccarla. La ragazza aveva attaccato subito bottone, mostrando un carattere allegro e solare e dimostrando  anche un certo interesse nei suoi confronti. Tutti rimasero sorpresi quando Jack le chiese il numero di telefono. Lo fece  in maniera istintiva, uno slancio del quale lui stesso si stupì. Trovo infatti il coraggio di chiamarla solo un mese dopo, in seguito a un lungo periodo in cui lui non fece che pensare alla bellezza e alla pelle di Susan.  Fu la sera in cui uscirono che accadde. La stava riaccompagnando a casa, camminando accanto a lei per un tratto isolato di strada quando lei si voltò verso di lui e lo baciò. Non sapeva bene come, né ricordava perché quella sera si fosse messo il  coltellino da lavoro in tasca. Fatto sta che l’impulso lo travolse in un attimo.
 Afferrò la ragazza per la gola e la spinse contro il muro picchiandole la nuca così forte da farle perdere i sensi. Rimase per un attimo a fissarla con occhi sgranata e la bava alla bocca. In quel momento, Jack capì cos’è che l’aveva attirato verso di lei: il suo viso era una materia prima perfetta.
Lentamente iniziò a incidere facendo ben attenzione a non rovinare la pelle.

Il volto di Susan divenne la prima maschera della sua collezione privata che col tempo si ampliò di numerosi esemplari. Ogni tanto indossava quelle maschere e allora poteva percepire l’essenza di coloro a cui un tempo erano appartenute. Ogni volta veniva travolto da una forza straordinaria come se la sua anima si nutrisse della loro bellezza e perfezione, come se quei volti fossero stati creati per portare la sua arte all’apice della perfezione. 


Pubblicato da Unknown alle 10:23  

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