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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Le campane

giovedì 29 agosto 2013

Buonsalve! Questo racconto mi è stato ispirato da delle campane che ho visto tornando in treno dalle vacanze. Scrivendo questo post mi sto rendendo conto che ormai mancano solo due racconti… le ultime due storie di un’avventura durata tutta un anno. Quasi non mi sembra vero.

Le campane
(racconto n.363)

Carl aveva sempre odiato il suono delle campane. Gli ricordavano i momenti più brutti e angoscianti della sua vita, tutto quello che non era mai riuscito a fare per le persone a cui voleva bene.
La prima volta che ricordava di aver sentito le campane fu quando suonarono cupe per il funerale di sua madre. Aveva da poco compiuto quattro anni.
Sua madre si era ammalata all'improvviso e si era spenta così velocemente da non dargli quasi il tempo di capire cosa stesse accadendo. Anni dopo aveva sentito suonare le campane alle nozze della ragazza che amava e che lo aveva lasciato per un'idiota che la trattava da schifo, ma che poteva darle un tenore di vita decisamente migliore.
Per questo Carl tremava ogni volta che sentiva una campana. Quel suono gli dava sempre l'orribile sensazione che stesse per accadere qualcosa di brutto.
Poi, una mattina, venne svegliato da un cupo scampanio.
Si alzò di scatto, gridando terrorizzato e tremante per quello che gli era sembrato un orribile lamento. Si scosse, cercando di dimenticare quel suono orribile e iniziò la sua giornata. Dopo sei ore esatte, però, il rintocco si ripeté. Carl era al lavoro e si mise a urlare davanti ai colleghi che tentarono di rassicurarlo dicendogli di non aver sentito niente.
Lo scampanio però si ripeté, facendosi sempre più intenso e frequente.
Tre giorni dopo era diventato un suono incessante e continuo nella mente dell'uomo che, ormai al limite, non riusciva quasi più a uscire di casa.
All'improvviso Carl sembrò perdere la testa. Cominciò con l'alzare il volume di radio e televisione al massimo per non sentire più la campana che gli risuonava in testa, ma quando vide che le cose non miglioravano iniziò a picchiare la testa contro la parete, a  urlare e a farsi del male per farla smettere.
I suoi vicini chiamarono subito la polizia, ma quando gli agenti provarono a calmarlo, sul volto di Carl si dipinse un ghigno orribile.
- Ho capito! Finalmente so come farla smettere!
Così dicendo, si lanciò dalla finestra del suo appartamento. Precipitò per sette piani e in quel breve lasso di tempo la campana suonò più forte che mai.

Poi ci fu il nulla e la morte che avvolse ogni cosa, ponendo definitivamente fine all’ultimo scampanio della sua vita.


Pubblicato da Unknown alle 10:01  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

racconto bellissimo, alla Edgar Allan Poe... come le nostre ossessioni possono arrivare a distruggerci :D
Bravissima :D

29 agosto 2013 alle ore 16:51  

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