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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Lo specchio dell'anima

lunedì 12 agosto 2013

Buonsalve! Un racconto che parla di chi è diverso, ma di come a volte questa diversità sia anche ciò che ci rende davvero liberi e che ci permette di prendere il volo.

Lo specchio dell'anima
(racconto n.346)

Alia viveva in un mondo abitato da creature in parte umane e in parte animali che vivevano seguendo l’equilibrio naturale del loro essere, un mondo dove era la natura a dominare, selvaggia e priva di imposizioni. Un giorno però, venne trovata lei, una bambina che agli occhi di tutti parve davvero strana: Alia infatti era interamente umana salvo due ali di cigno che le spuntavano da sotto le scapole.
La bambina venne cresciuta da una famiglia di uomini-gatto, sviluppando grazie ai loro insegnamenti una notevole agilità soprattutto nell’arrampicarsi.
Col tempo però la sua diversità cominciò a influire nella sua vita. Le discriminazioni e gli insulti da parte degli altri giovani divennero sempre più pesanti. Erano molte le volte in cui rientrava nella sua tana malconcia dopo essere stata picchiata o maltrattata.
Alia cominciò quindi a sentirsi sempre più triste e sola finché, un giorno non accadde qualcosa che la portò a un punto di rottura. Aveva vent’anni e il suo corpo ormai si era sviluppato come quello di una bellissima donna con ali maestose e imponenti che Alia però non aveva mai considerato davvero. Detestava tutto del suo corpo comprese quelle orribili estensioni.
Quel giorno se ne stava passeggiando da sola, chiedendosi perché fosse così strana, così diversa dagli altri. In quel momento un uomo-leone l’avvicinò, deridendola per il suo strano aspetto. Lei gli rispose a tono, rimettendolo al suo posto. Per quanto si detestasse, Alia non era certo tipo da farsi umiliare stando semplicemente zitta.
Lui però la prese male. L’afferrò con le zampe possenti e la spinse a terra. Lei si dimenò, urlò, ma l’uomo-leone era molto più forte di lei.
- Sta zitta, mostro! – le disse ridendole in faccia. – Orribile come sei dovresti solo ringraziarmi! Nessuno vorrà mai accoppiarsi con un’anormale come te!
Disperata, Alia gridò, scalciò e si agitò, finché all’improvviso non trovò un punto d’appoggio: le sue ali.
Con esse si diede una spinta tale da riuscire a liberarsi del suo aggressore.
La ragazza scappò, ormai al limite. S’inoltrò nella foresta e raggiunse uno degli alberi più alti. Con la sua agilità si arrampicò salendo più in alto che poteva. Quando raggiunse la cima e vide lo spettacolare panorama ai suoi piedi rimase a bocca aperta. Non era mai salita così in alto. In quel momento uno strano istinto si risvegliò in lei, qualcosa che non aveva mai provato prima.
Senza rendersene conto, spiegò le ali e si lanciò nel vuoto. Un attimo dopo si ritrovò in cielo, le ali che si muovevano in maniera istintiva e naturale.
Era bellissimo, la sensazione più esaltante che avesse mai provato. Volò per ore, sentendosi libera, euforica, felice. In quel momento se ne fregò degli altri! Che pensassero e dicessero ciò che volevano del suo aspetto! Quando voleva, lei avrebbe potuto spiccare il volo e vivere la sua libertà in cielo.

Da quel giorno non detestò più il suo corpo anzi lo sentì come non aveva mai fatto prima. Capì che in fondo quando la natura di dona un paio di ali, nei momenti più duri l'unica cosa da fare è buttarsi e spiccare il volo.


Pubblicato da Unknown alle 10:04  

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