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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Tutto perfetto

venerdì 16 agosto 2013

Buonsalve! Anche oggi torno a parlare di pazzia... in effetti mi piace raccontare storie di folli... mmm....

Tutto perfetto
(racconto n.350)

La vita di Malcom era programmata sotto ogni aspetto . Si svegliava ogni mattina alla stessa ora, faceva sempre la stessa colazione, impiegava lo stesso tempo per farsi la doccia e alla stessa ora usciva per andare al solito noioso, ripetitivo posto di lavoro. Lui non amava gli imprevisti, detestava qualsiasi cosa che potesse in qualche modo minare la sua routine.
Perfino i vestiti dovevano essere stirati e piegati sempre allo stesso modo altrimenti dopo diversi minuti iniziava a prima a grattarsi ripetutamente poi a dare di matto. Una volta era arrivato perfino a strapparsi i vestiti di dosso mentre era per strada rimanendo letteralmente in mutande.
Lui amava la sua vita, adorava quella perfezione che scaturiva dal totale, assoluto controllo della sua vita. Poi accadde qualcosa che sconvolse completamente la sua esistenza: un ladro tentò di entrare in casa sua. Stava dormendo quando sentì dei rumori provenienti dal salotto. Si alzò dal letto e quando il rumore si trasformò in confusione si mise a correre. Quando accese la luce vide un uomo che stava frugando tra le sue cose. Rimase a fissarlo con occhi sgranati per un momento poi urlò, afferrò una sedia che si trovava a portata di mano e si lanciò contro l’uomo.
L’intruso non fece in tempo a girarsi e a scappare che Malcom lo colpì alla schiena. Barcollò per un attimo poi scappò dalla finestra rischiando quasi di cadere.
Da quel giorno, Malcom divenne vittima della paranoia. Usciva a malapena per andare al lavoro e ogni volta che qualcuno provava ad avvicinarsi sussultava e si metteva sulla difensiva. Cominciò a dargli fastidio ogni più piccola imperfezione e infastidirsi per qualsiasi difetto anche quelli che vedeva nelle altre persone. Un giorno un senzatetto lo avvicinò per chiedergli dei soldi. Disgustato e terrorizzato, Malcom si allontanò, ma il vecchio commise un errore irreparabile: lo afferrò per un braccio.
- Non toccarmi! – urlò Malcom con voce stridula. – Non toccarmi! Non toccarmi!
Come se la sua mente si fosse spenta per un attimo, Malcom si avventò su di lui, lo spinse a terra e iniziò a sbattergli con forza la testa sull’asfalto. – Non toccarmi! Non toccarmi Non toccarmi!

Dieci giorni dopo, Malcom si dondolava su una sedia con un ghigno sul volto e gli occhi spalancati. – Tutto pulito… tutto in ordine… tutto pulito… tutto in ordine.
- Le medicine, Malcom.

Lui lanciò a malapena uno sguardo all’infermiera e tornò a dondolarsi sulla sedia. Si sentiva a suo agio in quella camera sterile e ordinata. Perfino la camicia di forza gli piaceva: era stata piegata in maniera davvero perfetta.


Pubblicato da Unknown alle 10:48  

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