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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Il raccolto

venerdì 2 agosto 2013

Buonsalve! Questo racconto mi è stato ispirato da un dipinto che ho visto nello studio della mia commercialista. Purtroppo non ho un’immagine del dipinto quindi ne ho cercata una che me lo ricordasse vagamente. Buona lettura!

Il raccolto
(racconto n.336)


Nella valle, l’oscurità era rischiarata solo dalla luce della luna. All’improvviso si accesero cinque torce e il suono di numerosi tamburi si diffuse  nell’aria, lento e cadenzato.
Dalle tenebre emersero un uomo e una donna poi altri due e altri due ancora. Il ritmo della musica si fece più rapido e intenso come il battito di mille cuori che pulsavano contemporaneamente.
All’improvviso gli uomini e le donne iniziarono a ballare a quella musica. Un altro gruppo di persone emerse dal buio, uno di loro aveva con sé un grosso pentolone con all’interno delle piccole sfere di vetro che emettevano un tenue bagliore.
L’uomo lo depose a terra e tutti iniziarono a danzare attorno ad esso, frenetici e rapiti dal suono dei tamburi. In poco tempo i vestiti caddero e i corpi si unirono, strusciandosi l’uno con l’altro, accarezzandosi in maniera lenta e sensuale.
Emael si ritrovò lì per caso, le sue ali di angelo ripiegate a coprire il corpo nudo, lo sguardo rapito da quella scena che aveva qualcosa di meravigliosamente selvaggio ed eccitante.
Una donna  emerse dall’ombra e gli porse della frutta. Lui all’inizio esitò, ma appena incrociò lo sguardo di lei afferrò un frutto e lo morse avidamente. Poco dopo, l’angelo si ritrovò a danzare assieme a quegli uomini e a quelle donne.
 All’improvviso sentì il suo corpo sciogliersi come se ogni parte di lui stesse diventando liquida. I suoi occhi si mossero e vide i corpi attorno a lui liquefarsi lentamente e fondersi gli uni con gli altri. La musica dei tamburi si fece ancora più forte e la mente dell’angelo tornò a perdersi in essa.
Danzò finché non perse completamente coscienza di sé ed egli divenne solo liquido sul terreno. La musica si fece ancora più forte e il liquido iniziò ad agitarsi e si plasmò fino a formare numerose, piccole sfere di vetro che sembravano brillare di una tenue luce.
In quel momento, un’ombra emerse dalle tenebre, più nera della notte stessa. Un ghigno bianco si dipinse su di essa , mentre avanzava verso le sfere di vetro. Si chinò, ne raccolse una e se la mise in bocca, provando un’enorme soddisfazione nel sentire l’anima rinchiusa in essa urlare.

L’ombra era soddisfatta. Anche questa volta aveva fatto un buon raccolto.


Pubblicato da Unknown alle 14:24  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

uao, hai un talento visionario che sfocia in atmosfere degne di Marc Chagall e Max Ernst... bellissimo :D

2 agosto 2013 alle ore 14:51  

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