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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Non solo estetica

mercoledì 14 agosto 2013

Buonsalve! Un racconto ispirato a quei programmi in stile “ma come ti vesti” in cui presunte amiche chiamano dei perfetti estranei per cercare di cambiare il modo di vestire di una persona.

Non solo estetica
(racconto n.348)

Siria amava vestirsi da maschiaccio e sentirsi a suo agio nei vestiti che indossava. Erano poche le volte in cui indossava qualcosa di femminile anzi si poteva dire che nessuno dei suoi amici l’avesse mai vista con addosso una maglietta aderente o una gonna.
Per questo un giorno decisero che avrebbero fatto di tutto per convincerla a indossare abiti più adatti alla bella ragazza che era. Ovviamente però lei non voleva affatto saperne. Arrivò perfino ad arrabbiarsi seriamente quando le sue due più care amiche, Sara e Jessica, la portarono con un tranello a fare shopping in un negozio di abiti eleganti.
- Siete state perfide! Non avreste dovuto farlo! – aveva urlato davanti a tutti. – Fatemi un favore: pensate agli affari vostri e smettetela di ossessionarmi!
Se ne andò sbraitando, cercando di nascondere le lacrime che le avevano cominciato a illuminarle gli occhi. Sapeva di non essere femminile, ma non aveva scelta. Lei non poteva permettersi di indossare quei vestiti che per loro erano normali. Le mandò definitivamente a quel paese quando le due ragazze si appellarono addirittura a un programma televisivo per convincerla a cambiare look.
Siria ovviamente si rifiutò di partecipare al programma e troncò ogni legame con le due amiche. Per lei indossare quegli abiti non era solo una questione di estetica. Lo sapeva bene soprattutto quando, camminando da sola per strada, veniva avvicinata da quelle “creature”, i mostri e gli orrori che abitano il mondo e che ogni giorno le davano la caccia perché lei era la sola a poterli vedere. Le felpe ampie le servivano per nascondere le armi e gli amuleti che era costretta a portare con sé. I jeans o le tute comode le permettevano di muoversi al meglio.

Consapevole che non avrebbe mai potuto spiegare il perché del suo abbigliamento, Siria si asciugò gli occhi e fissò la creatura che aveva davanti a sé e che ringhiava sbavante, pronta ad azzannarla. In un attimo la ragazza estrasse un lungo pugnale da dietro la schiena. Che quelle oche pensassero ciò che volevano: lei preferiva sopravvivere al badare al giudizio di chi non sapeva accettarla.


Pubblicato da Unknown alle 10:26  

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