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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Il complotto

mercoledì 28 agosto 2013

Buonsalve! Un racconto ispirato a personaggi realmente esistenti de quale non posso parlare, ma le cui storie sono davvero molto, molto più assurde di questa.

Il complotto
(racconto n.362)

Vincenzo era un uomo semplice, un amante della campagna che aveva un grosso, bruttissimo vizio: il bere.
Spesso la sera, dopo il lavoro, usciva di casa e andava al bar del paese dove con gli amici si scolava birra fino a che non era così ciucco da riuscire a stento a tenersi in piedi.
A volte riusciva a rimediare un passaggio a casa, altre era costretto a tornarsene a casa a piedi, barcollando e attirandosi addosso gli insulti di tutti quelli che disturbava con i suoi schiamazzi. Una sera gli capitò qualcosa di alquanto singolare: stava per arrivare a casa quando vide un cane guardarsi per le vie deserte con aria circospetta. Incuriosito, Vincenzo decise di seguirlo, tenendosi a una distanza di sicurezza per non farsi notare. L'animale si avviò verso una cascina abbandonata e lì Vincenzo vide qualcosa di sbalorditivo: decine di cani e di gatti erano riuniti in una specie di assemblea e... parlavano! Discutevano sui loro tentativi di disfarsi dei propri esseri umani e di come estendere il loro dominio sul paese.
Sconvolto, l'uomo fuggì via e, arrivato a casa, raccontò tutto alla moglie che ovviamente si limitò ad arrabbiarsi e a rimproverarlo per essersi di nuovo ubriacato tanto da avere le visioni.
Lui però era sicuro che non si era trattata solo di un'allucinazione. Il giorno dopo provò a mettere in guardia tutti su quello che aveva visto e sul terribile piano degli animali domestici di disfarsi di tutti gli umani del paese.
Ovviamente nessuno gli credette anzi risero di lui e iniziarono a dargli del pazzo ubriacone. Vincenzo allora decise di tornare alla cascina, disperato e bisognoso di trovare delle prove.
Fu un colpo per lui trovarla deserta. Non c'era nemmeno un segno che in quel posto ci fossero stati degli animali.
All'improvviso però il cane che aveva seguito la sera prima entrò nella cascina e iniziò a ringhiargli contro. Vincenzo, ancora con i postumi della sbornia, indietreggiò.
Non si accorse del gatto che aveva fatto scivolare una bottiglia tra i suoi piedi né di quello che aveva spostato una grossa pietra dietro di lui.

In un attimo, l'uomo inciampò sulla bottiglia e picchiò la testa contro la pietra, morendo sul colpo. Quando lo ritrovarono tutti diedero la colpa alla sua grande passione per il bere ignorando il terribile complotto organizzato astutamente dai loro animali domestici.  


Pubblicato da Unknown alle 10:36  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Geniale... meglio di Orwell :D

29 agosto 2013 alle ore 16:49  

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